La Tesla Model X è il SUV di casa Tesla costruito su base Model S. Questo significa che il pianale su cui è stata ingegnerizzata la vettura è il medesimo di quello utilizzato nella berlinona dell’azienda americana anche se sono state fatte delle modifiche. Dopo la nostra prova della Tesla Model S torniamo a testare una vettura della casa americana.
Mamma che SUV!
La Model X è un’auto americana che ha ovviamente delle dimensioni e un passo concepiti per essere sfruttati al meglio nelle larghe strade degli Stati Uniti. La vettura è lunga poco più di 5 metri e larga 2083 mm-, tuttavia, a causa dell’imperante “SUV mania”, anche le strade europee sono state colonizzate da vetture sempre più abbondanti nelle dimensioni.
Visto che la base di partenza è la stessa della Model S parliamo di uno chassis costruito su una struttura completamente in alluminio. I motori sono due, uno sull’asse anteriore e uno su quello posteriore.
I motori della Model X 100D -la versione che abbiamo testato- sono collocati direttamente sui due assi ed il differenziale permette di ripartire la potenza su una ruota o sull’altra, a seconda del coefficiente di aderenza. Altra particolarità è che i due motori sono completamente svincolati l’uno dall’altro; è il software che ripartisce la potenza da una parte o dall’altra.
La peculiarità del motore elettrico è quella di convertire in motricità quasi il 90% dell’energia. Inoltre, in caso di guasto di una delle due unità, la macchina, in virtù della natura indipendente di uno delle due unità, può ugualmente proseguire il suo viaggio. Ormai Tesla -tralasciamo per un attimo la Model 3- si è orientata per la configurazione del doppio motore che, oltre a garantire una maggiore sicurezza, riesce a conferire un po’ più autonomia alla vettura.
Come sempre stiamo parlando di motori molto ridotti dal punto di vista dello spazio occupato e che agiscono direttamente sulle ruote. Questo si traduce in un maggiore spazio a bordo e per i bagagli. Nella parte anteriore infatti abbiamo quella che si definisce una “zona di decompressione” che può essere sfruttata anche per stivare dei bagagli.
Non essendoci il blocco motore all’anteriore, in caso di urti la Model X risulta una vettura più sicura rispetto alle endotermiche poiché non si rischia l’intromissione dell’unità di propulsione all’interno dell’abitacolo.
Anche nella Model X la batteria è collocata sotto il pianale; soluzione, quest’ultima, che garantisce un beccheggio ed un rollio contenuto e quindi delle doti dinamiche migliori. Ad ogni modo è opportuno precisare che stiamo pur sempre parlando di una vettura che pesa 2468 kg, quindi non ci dobbiamo aspettare un mostro di agilità sul misto, tuttavia la Model X si conferma una vettura che “maschera” molto bene la sua enorme mole.
Tesla Model X: la prova del sistema di infotainment [VIDEO]
Un volo leggiadro con le ali di falco
Elon Musk e Tesla hanno sempre precisato che le portiere della Model X, una delle grandi novità rispetto alla Model S, sono ad “ali di falco” in quanto ripropongono il movimento di questo volatile. La portiera prima tende a chiudere su sé stessa e poi completa la chiusura.
Grazie a questo sistema si può completare l’apertura e la chiusura in 30 centimetri di spazio. Sicuramente il meccanismo di aperturara delle portiere ad ali di falco è estremamente scenografico ma possiamo dire che è anche funzionale, sia perché si aprono in uno spazio estremamente ridotto, sia perché mi permette di accedere alla terza fila di sedili in maniera estremamente comoda.
Per dare l’idea della distanza che intercorre tra il pavimento della vettura e le portiere ad ala di falco, anche persone molto alte possono posizionarsi in piedi sotto di esse.
Le portiere sono provviste di sensori, quindi si fermano prima di incontrare un ostacolo, inoltre, sopra di esse, è posizionato un ulteriore sensore che blocca l’apertura delle “ali” qualora lo spazio sopra non fosse sufficientemente necessario per un completo dispiegamento.
Per aprire/chiudere le portiere ad ali di falco ho diverse opzioni; se sono all’interno della vettura ho dei tasti collocati sul montante per aprire, bloccare o chiudere le portiere, esternamente, nella parte bassa dello sportello è presente un pulsante che permette di chiudere/bloccare, in alternativa, posso utilizzare la chiave.
Tanto, tanto spazio a bordo
La Model X può avere configurazioni differenti a seconda delle esigenze dell’utente. Chiaramente la configurazione standard è a cinque posti ma si può richiedere anche una configurazione –QUI il configuratore ufficiale Tesla– a sei posti -con un costo ulteriore di 6400 euro- così divisi: due anteriore, due posteriori e due nella terza fila, ed una a sette posti -costo: 3200 euro-: due davanti, tre dietro e due nella terza fila.
Da precisare che i posti dietro sono “veri”, ossia anche le persone alte possono accedervi senza problemi e viaggiare comodamente. I sedili della terza fila possono essere abbattuti per avere un vano di carico più ampio.
I vani portaoggetti sono abbondanti – disponibile anche il craddle per la ricarica dello smartphone- e sono posizionati sia nel tunnel centrale che nelle file posteriori dei sedili. Deisamente capiente il vano dal lato del passeggero. Anche se il livello di qualità è cresciuto molto, ancora si avverte la “distanza” per quanto concerne il livello di finitura e la qualità percepita rispetto alle vetture tedesche di pari livello.
Due tagli di batteria, due motori
La Model X è disponibile con due tagli di batteria: 75D, con un’autonomia omologata di 417 km (su ciclo NEDC) e una velocità che raggiunge i 210 km/h; una versione 100D con autonomia omologata di 565 km e che raggiunge una velocità massima di 250 km/h, con uno 0-100 km/h di 4,9 secondi – la versione che abbiamo avuto in prova-. Disponibile anche l’esagerata P100D, ossia la versione Performance, che riesce a smuovere la mastodontica massa della Model X da 0 a 100 km/h in soli 3,1 secondi. Come da tradizione, nella nomenclatura Tesla il numero 100 sta ad indicare i kWh della batteria.
La versione che abbiamo provato noi, la 100D, era un esemplare piuttosto “fresco” con pochi chilometri percorsi, e con una gommatura da 22″, e l’indicatore dell’autonomia indicava circa 450 km.
Dove la ricarico?
Uno dei tanti punti di forza di Tesla è la rete di ricarica, di fondamentale importanza quando di parla di auto elettriche. Quindi, oltre alla rete di Supercharger, ossia la rete di ricarica proprietaria di Tesla, un tipo di infrastruttura che è stata concepita per essere sfruttata durante i lunghi viaggi, abbiamo anche i Destination Charger – in Italia sono circa 550- e sono delle strutture come ristoranti, hotel, centri commerciali, parcheggi, i quali sono provvisti di colonnine che si attaccano alla rete trifase.
Attualmente in Italia sono presenti 30 Supercharger in costante aumento. I supercharger viaggiano a 120 kW in corrente continua, questo significa che in trenta minuti si riesce a ricaricare la metà della batteria.
La Tesla ha un sistema di navigazione, che sfrutta Google Maps, e che consente di progettare un viaggio per massimizzare l’autonomia; il sistema calcolerà e aggiornerà in tempo reale quanta energia è necessaria per arrivare e se c’è bisogno o meno di una pausa per ricaricare.
I Supercharger sono sfruttabili per i lunghi spostamenti, poi, una volta arrivati a destinazione, posso usufruire dei Destination Charger che mi consentono di usufruire anche di alcuni servizi.
Nell’uso comune, ossia nella percorrenza quotidiana, posso ricaricare la vettura in casa sfruttando la normale 220 che durante la notte mi consente di ricaricare la vettura per circa 100/150 km.
La dotazione standard del veicolo comprende un connettore portatile Tesla, un cavo che può essere usato per le prese comuni. Il cavo può essere montato con i seguenti adattatori standard:
- Connettore rosso per una presa industriale per la ricarica della Tesla, fino a 54 km di autonomia per ora
- Un adattatore con presa domestica da collegare al connettore portatile e per caricare fino a 14 km di autonomia per ora
Un cavo di ricarica Tipo 2 per la connessione a stazioni pubbliche è incluso alla consegna del veicolo.
Il costo di ricarica è in media di 25 centesimi al kW sulla rete. Per quanto riguarda i Superchargher si hanno 400 kW di ricarica gratuita ogni anno; dopo i 400 kW il costo è di 25 centesimi al kW. Quindi 100 kW per 25 centesimi per 100 kW sono 25 euro, somma che mi consente di fare il pieno alla mia Model X, che è circa di 450 km.
Senza dimenticare la possibilità di sfruttare i Referral; i clienti che entrano nel mondo Tesla grazie al contributo di un Tesla owner, possono fruire delle ricariche gratuite a vita -c’è un codice che viene condiviso-.
Conviene acquistare una Tesla?
Se si acquista una Tesla, oltre ad avere accesso ad una rete di ricarica come i Supercharger, che, ricordiamo, non sono più gratuiti, si può fruire di una serie di vantaggi come ad esempio l’esenzione totale del bollo (dipende dalla Regione), l’accesso all’Area C. Senza dimenticare che i costi di gestione sono decisamente minore rispetto ad un’hypercar dello stesso segmento. Ad esempio sulla batteria e sulla drive unit si ha una garanzia di 8 anni a chilometraggio illimitato. Su tutto il resto della vettura abbiamo invece 4 anni e 80mila chilometri.
Il costo di un tagliando, che Tesla consiglia di fare ogni 20mila chilometri, è di circa 600-700 euro.
Rispetto ad una vettura endotermica, il deterioramento delle prestazioni è molto meno marcato; dopo 300mila chilometri si può avere un deterioramento di circa il 10% -dati che sono stati estrapolati da uno studio condotto in Olanda e in Belgio dove 350 proprietari di Model S e Model X hanno messo a disposizione dell’azienda i dati delle proprie autovetture-.
Attualmente le uniche regioni che mettono a disposizione un incentivo sono quelle di Bolzano, 4mila euro, e Trento, 6mila euro; entrambe sono regioni a statuto speciale.
Ultima cosa da aggiungere sono le formule di leasing predisposte da Tesla che prevedono valori di riscatto molto elevati che arrivano fino al 45%.
Tecnologia a profusione, a partire dalla chiave
Attraverso l’applicazione Tesla, disponibile per Android e iOS, è possibile fare molte cose come ad esempio vedere l’autonomia della vettura e azionare il riscaldamento o raffreddare l’abitacolo. Posso inoltre mettere in moto la vettura senza avere fisicamente la chiave keyless in mano -mi viene richiesta nuovamente la password-; in questo caso ho un lasso di tempo pari a due minuti dove posso mettere in moto la vettura e spostarla. Quest’ultima funzione può essere utile quando ad esempio ci si dimentica a casa le chiavi della Tesla.
Dall’applicazione poi posso aprire la vettura, azionare il clacson, gli abbaglianti e aprire il bagagliaio posteriore ed il vano anteriore. Presente inoltre la modalità Vallet, ossia la modalità “parcheggiatore”, che blocca la velocità a 50 km/h e che non consente di aprire il portaoggetti e la posizione del sedile.
Non manca ovviamente lo stato di ricarica che, quando si è in viaggio, consente di vedere l’energia consumata e quanto manca per la ricarica. Posso inoltre variare il livello massima di ricarica; l’azienda consiglia di tenerlo al 90% nell’uso quotidiano, l’ultimo 10% serve per preservare la batteria. Quando invece si affronta un viaggio sarà opportuno portalo fino al 100%.
Dall’applicazione posso inoltre sapere in tempo reale dove si trova la vettura e, in caso di furto, l’app mi dirà dove si sta dirigendo e a che velocità. Attraverso la modalità Summon posso parcheggiare anche stando fuori; si tratta di una funzione che fa parte del pacchetto Autopilot.
Una chiave molto speciale
La chiave ricorda nella forma la silhouette della Model X. Con un doppio click sulla parte anteriore è possibile aprire il vano anteriore; con la stessa azione è possibile aprire il vano di carico posteriore, le portiere anteriori e le portiere posteriori ad ala di falco.
L’Autopilot NON è un sistema di guida autonoma
L’Autopilot è un sistema avanzato di assistenza alla guida, tuttavia è dotato di un hardware che, secondo l’azienda, permetterà, in futuro, quando leggi, strade e software lo permetteranno, di avere l’auto completamente autonoma. Attualmente non crediamo che l’hardware che è a bordo della Model X sia in grado di trasformare la macchina in una driverless car, ma possiamo dire senza ombra di dubbio che l’Autopilot fa parte della vision di Tesla, oltre ovviamente ad essere un avanzato sistema di assistenza alla guida.
Con il pacchetto Autopilot completo abbiamo otto telecamere che circondando tutta la vettura; due sono integrate nell’indicatore di direzione (una per lato), nello specchietto retrovisore ed una dietro. Sono inoltre presenti 12 sensori ad ultrasuoni ed un sensore radar.
L’Autopilot mi permette di avere il cruise controll adattivo, l’autosterzata -in autostrada rileva la corsia e la guida diventa passiva-. Con gli ultimi aggiornamenti Tesla ha introdotto anche l’avviso acustico che invita l’utente a tenere le mani sul volante; se per più di tre volte il driver non tiene in considerazione del warning la macchina entra in sicurezza e non si più attivare l’Autopilot. Un’altra funzione è l’Auto Lane-Change che consente, azionando l’indicatore di direzione, di fare un sorpasso in automatico.
Presente inoltre il parcheggio in perpendicolare in automatico ed il Summon, che mi consente di far avanzare o indietreggiare la vettura. Per azionare l’Autopilot è sufficiente fare un doppio click sulla leva collocata dietro il volante; con un solo click attivo il cruise control che si adatta la velocità a quella della strada. L’Autopilot è disponibile su optional ad un prezzo di 5600 euro, più 3400 euro per avere il sistema più completo.
Che schermo!
ll cuore della plancia della Model X è tutto racchiuso nel grande schermo touch da 17” a sviluppo verticale. I tasti fisici sono sono soltanto due: uno sulla parte destra che serve per aprire il cassetto e uno sulla parte sinistra che serve per azionare le 4 frecce. Tutto il resto è touch. Inizialmente sarà un po’ dura destreggiarsi tra tutti i vari menu, ma una volta che ci si è fatta la mano il tutto diventa abbastanza agevole.
Anche la gestione della vettura avviene tutta tramite lo schermo. Posso infatti alzare o abbassare le sospensioni pneumatiche -sono presenti cinque livelli di altezza-, o agire sulla tipologia dello sterzo -selezionabili tra sport, comfort e standard-. Una particolarità del sistema di sospensioni pneumatiche è la geolocalizzazione. Infatti, se siamo costretti ad alzare la macchina per affrontare una determinata rampa, la macchina memorizza il punto e la prossima volta che ci troveremo ad affrontare quella rampa si alzerà automaticamente.
Non manca ovviamente una completa gestione dell’apertura delle porte della vettura. Nelle ultime versioni è stata introdotta la modalità chill che “addolcisce” l’erogazione del motore. Presente la possibilità di settare l’entità dell’effetto frenante.
Conclusioni
La Tesla Model X è una grande macchina, ma è per pochi. Certo, se la paragoniamo al costo di acquisto di una Porsche Cayenne accessoriata forse la Model X potrebbe anche convenire, tuttavia è opportuno sottolineare che siamo nel segmento premium, anche se stiamo parlando di una vettura a “zero” inquinamento. Tesla è riuscita ad inserirsi in un segmento di mercato che prima era inesistente e lo ha fatto con una vettura che può contare, a differenza della concorrenza che arriverà nei prossimi mesi, su una infrastruttura proprietaria: i Supercharger. Inoltre, Tesla può contare su un altro fattore assolutamente unico: Elon Musk, leader carismatico che riesce sempre a far parlare di sé.
Dopo aver provato la Model S, abbiamo quindi avuto modo di provare la Model X, un SUV che risponde perfettamente alle esigenze del mercato. Tanto spazio a bordo, tantissima tecnologia che si governa attraverso il touch screen dell’ottimo sistema di infotelematica di bordo. La sensazione effettiva di essere al volante di una vettura tecnologicamente avanzata e “diversa” rispetto la concorrenza si percepisce fin da subito, a partire dall’Autopilot, il cui nome evoca a scenari esotici ma che, all’atto pratico, è un sistema avanzato di assistenza alla guida.
Come versione è consigliabile acquistare una 100D per via delle maggiori possibilità di utilizzo. Inoltre, nell’allestimento 100D sono già disponibili una buona serie di optional. Un altro aspetto che colpisce quando ci si siede al voltante della X è la luminosità dell’abitacolo garantita dall’enorme parabrezza che arriva fino dietro la tesla del driver. La possibilità di configurare la vettura fino a sette posti fa della Model X la vettura perfetta per i lunghi viaggi.
Generalmente per avere una “vera” Tesla Model X è necessario acquistare uno o più pacchetti aggiuntivi come ad esempio, oltre all’Autopilot, anche il Pacchetto Premium -dotato del sistema di filtraggio HEPA e dell’apertura automatica delle portiere- che ovviamo fanno salire il prezzo di acquisto fino a sfiorare i 145mila euro.
Alla guida la Model X è piacevole da guidare, confortevole e silenziosissima. La mole della Model X si avverte nei cambi rapidi di direzione, ma da un SUV di queste dimensioni non ci si può di certo aspettare miracoli.
In conclusione la Tesla Model X è un SUV di lusso, sicuro, comodo e veloce. Progettando un viaggio e grazie all’autonomia garantita dalla batteria da 100 kWh è praticamente possibile andare dappertutto senza la “solita” ansia. Possiamo dire che la Tesla Model X è una hypercar travestita da SUV, infatti il suo 0-100 è veramente incredibile. Per quanto riguarda i difetti da registrare una qualità complessiva che ancora non è all’altezza della concorrenza. Ma per quest’ultimo aspetto c’è tempo, in fondo Tesla è ancora giovane.
PRO:
– Uno smartphone su quattro ruote
– Tanta tecnologia
– Sistema di apertura ali di falco
– È una Tesla
CONTRO:
– Costa tanto
– Le ali di falco sono belle ma sono delicate
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