La Fiat, che in Italia è il brand “popolare” della FCA, non ha propriamente un’immagine Green. Nel periodo in cui la Volkswagen investe milioni di euro nell’elettrificazione, la casa italo-americana ha ritardato all’inverosimile l’uscita sul mercato di un’auto elettrica.
Eppure la Fiat nel corso degli anni ha proposto delle soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Il caso della Panda Elettra, proposta 30 anni fa, è emblematico. Si tratta della versione elettrica della popolare auto.
La base di partenza era una Panda 750, tuttavia, il bagagliaio e il divano posteriore erano inutilizzabili poiché dovevano ospitare le ingombranti e pesanti batterie al piombo (niente litio al tempo); peculiarità che la trasformavano in un mezzo commerciale a due posti. La zavorra della batteria, pesante 150 kg, -12 moduli in serie da 6 V, capacità totale 172 Ah in 5 h (da cambiare ogni 35.000 km; costo stimato: 2.500.000 lire)- riduceva ulteriormente le prestazioni
Così come in un’auto termica, c’erano i tre pedali, incluso quello della frizione che serviva ad azionare il cambio a quattro marce. Al posto del serbatoio, un bruciatore per scaldare l’abitacolo.
La velocità massima? La Panda Elettra non poteva spingersi oltre 70 Km orari. L’autonomia è di 100 Km e il prezzo pari a 25milioni di lire, praticamente lo stesso costo di tre Panda 750 Young.
Alla prima serie ne seguì una seconda, Panda Elettra 2, con diverse migliorie tra cui un freno rigenerativo, un computer di bordo e pneumatici dal basso attrito per ridurre i consumi.