L’addio di James Dyson “all’auto aspirapolvere” dimostra che costruire automobili non è cosa da tutti

James Dyson, il padre-padrone dell’azienda inglese specializzata nella produzione di aspirapolvere, dice per sempre addio al sogno di produrre una propria auto elettrica.

Dyson punta tutto sulle auto elettriche: ampliato team di progettazione

A dichiararlo pubblicamente è lo stesso fondatore della Dyson, che ha spiegato che la compagnia è stata costretta ad abbandonare il progetto, che era giunto ad una fase avanzata di sviluppo, a causa degli eccessivi costi di produzione.

Ci hanno provato veramente

La Dyson per la produzione della sua auto elettrica, che avrebbe dovuto essere una suv-crossover premium, aveva stanziato una budget di 2,2 miliardi di dollari. Cifra che doveva essere utilizzata per la commercializzazione di tre diversi modelli di auto elettrica. Inoltre le auto elettriche della Dyson dovevano essere dotata di una batteria allo stato solido.

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No, non era marketing

Per il progetto dell’auto elettrica la Dyson aveva costituito un team di 500 ingegneri, capeggiati dall’ex dirigente di BMW e Infiniti, Roland Krueger. Persone che, nei prossimi mesi, saranno riassorbiti nelle nuove divisioni dell’azienda preposte alla ricerca e sviluppo di batterie allo stato solido e intelligenza artificiale, che comunque rimarranno.

Inoltre, la Dyson aveva spostato la sede a Singapore, sia per avere un maggiore controllo sui suoi fornitori, sia perché la Cina è il suo mercato di riferimento.

Ci sono stati altri fallimenti eccellenti

La rinuncia della Dyson non deve però sorprendere perché nel recente passato anche la Apple ha deciso di rinunciare al progetto Apple car (o Project Titan), a causa dei costi di sviluppo e delle difficoltà di controllare le tante aziende che lavorano nella filiera dell’automotive.

Anche la Nio, la compagnia americana con capitali cinesi, sta incontrando grosse difficoltà economiche ed è arrivata a licenziare un quinto della sua forza lavoro. Oppure la Faraday Future, inizialmente soprannominata la “Tesla cinese”, che è stata perennemente sull’orlo del fallimento e che ancora non ha ben chiarito il suo futuro.

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La Nio è in grande difficoltà economica: dobbiamo dire addio alla “Tesla cinese”?

Senza dimenticare le difficoltà economiche della Tesla che, pur raggiungendo dei record di produzione con la berlina Model 3, presenta delle trimestrali quasi sempre in rosso.

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