Oggi parliamo di auto elettriche come una realtà concreta, ma con ancora diverse difficoltà logistiche da superare. Pensate cosa poteva essere proporre una auto elettrica nel 1990 con la tecnologia di quasi 30 anni fa. Nonostante le difficoltà Fiat, presentò una versione della best seller Panda mossa da un motore elettrico: la Panda Elettra (non so quanti di voi se la ricorderanno…).
La base di partenza era una Panda 750 con tutto il bagagliaio e il divanetto posteriore pieno delle ingombranti e pesanti batterie al piombo; un carico di 150 Kg che di fatto trasformava la Panda in una due posti omologata autocarro. C’erano i tre pedali, incluso la frizione che serviva ad azionare il cambio a quattro marce come in un motore termico. Il suono, ovviamente non c’era, ma un indicatore sul contachilometri indicava quando cambiare marcia. Al posto del serbatoio, un bruciatore per scaldare l’abitacolo.
La velocità massima di 70 Km orari, l’autonomia di 100 Km e il folle prezzo (25.000.000 di lire) la resero una curiosità ma praticamente poco appetibile per il mercato, incluso quello dei “puristi” green che trovavano ben più difetti che pregi.
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Alla prima serie ne seguì una seconda con diverse migliorie tra cui un freno rigenerativo, un computer di bordo e dei pneumatici dal basso attrito per diminuirei consumi. Modifiche mirate e corrette che però non bastarono a convincere il mercato che tanto amava le versioni a motore termico.
fonte: CavalliVapore