Il dado è tratto. e_mob, il comitato che si occupa di promuovere la mobilità elettrica in Italia, ha consegnato ai vertici del Governo e agli Enti locali la Carta di e_mob 2020, il documento (è visibile in fondo all’articolo) contenente le proposte per agevolare la transizione verso la decarbonizzazione nel settore della mobilità.
Al suo interno ci sono una serie di soluzioni nate durante la tre giorni di e_mob, svoltasi in modalità digitale dal 9 all’11 novembre, ed elaborate dopo la consultazione di aziende, istituti di ricerca e altri attori del settore trasporti.
Cinque diverse macro-aree di intervento
Gli incentivi
Le proposte della Carta di e_mob 2020 sono suddivise in cinque macro-aree, con la prima riguardante le politiche per favorire l’acquisto di veicoli elettrici. Un contesto nel quale si chiede di rendere strutturali nel tempo, con un orizzonte triennale anche dopo il 2021, gli incentivi per l’acquisto di auto per le classi di emissioni di CO2 0-20 e 21-60 g/km. Si chiede la conferma dell’extrabonus introdotto con il cosiddetto “DL agosto” per gli anni 2021 e 2022 per raggiungere valori come da tabella riassuntiva.
Secondo e_mob eventuali incentivi degli enti territoriali (Regioni e Comuni) non devono essere cumulabili con quelli statali, ma piuttosto destinati a incentivare veicoli elettrici diversi dal trasporto privato, come i mezzi dei car sharing o le flotte degli Enti pubblici e delle aziende.
Tra gli altri provvedimenti richiesti ricordiamo le agevolazioni per il rinnovo del parco dei veicoli commerciali con mezzi elettrificati, l’incremento dei contributi a favore dei veicoli di categoria L (ciclomotori, motocicli, tricicli e quadricicli) a motorizzazione elettrica e le proposte per facilitare l’introduzione di veicoli e mezzi elettrici nelle flotte della Pubblica Amministrazione e dei gestori di servizi di pubblica utilità. Infine, si chiede di completare la riforma del Codice della Strada che introduce il divieto di sosta nello spazio riservato alla fermata e alla sosta dei veicoli elettrici in ricarica.
Le proposte per l’infrastruttura di ricarica
La seconda macro-area riguarda le politiche per agevolare l’installazione di infrastrutture di ricarica pubbliche. Una serie di interventi complessi comprendenti, tra gli altri, l’eventuale concessione di contributi all’installazione per i soli sistemi di ricarica con oltre 50 kW di potenza, l’installazione in ambito urbano di almeno il 25% di colonnine DC (corrente continua) e la presenza in tutti dispositivi di ricarica pubblico di sistemi per il pagamento immediato senza riconoscimento, come app e carta di credito.
Si richiedono altresì provvedimenti per contenere i costi di ricarica pubblica, come ad esempio l’applicazione dell’Iva al 4% e l’esenzione di alcuni oneri di sistema, per favorire la diffusione della tecnologia vehicle to grid (V2G) e di istituire una cabina di regia nazionale, sentendo la conferenza Stato/Regioni, che possa monitorare l’avanzamento del PNIRE, adottare eventuali misure correttive e prevedere uno sportello unico di informazione ai consumatori. Un ulteriore richiesta riguarda l’accesso alla detrazione fiscale del 110% per l’installazione di sistemi di ricarica per veicoli elettrici anche nei condomini dove non sono presenti residenti in possesso di mezzi a batterie.
Riguarda sempre la ricarica, ma quella privata, la terza macro-area per la quale si chiede, tra l’altro, l’assenza di oneri aggiuntivi rispetto all’installazione di un contatore a uso domestico, di favorire economicamente la ricarica notturna e la diffusione delle “comunità energetiche”. Una macro-area comprendente anche proposte più generiche per agevolare la diffusione dei veicoli elettrici, come le iniziative atte a favorire gli interventi di ritiro, riutilizzo e riciclo degli accumulatori presenti sui veicoli elettrici a fine vita utile per la trazione con lo scopo di ridurre il total cost of ownership per gli utilizzatori di veicoli elettrici.
Trasporto pubblico e logistica green
La quarta macro-area contiene proposte per agevolare la transizione verso l’elettrico del trasporto pubblico, come l’accesso alle imprese di trasporto ai benefici del “Decreto Energivori”, che consentirebbe di accedere a tariffe energetiche agevolate per la ricarica, o l’incentivazione dei mezzi a batterie destinati alle flotte taxi.
L’ultima macro-area concerne le politiche di espansione dell’utilizzo di mezzi elettrici a partire dai segmenti a maggior efficacia e praticabilità. Tra le proposte citiamo la richiesta di sostegno finanziario per acquistare e utilizzare veicoli commerciali e/o pesanti elettrici, favorire la logistica a emissioni zero nelle zone LEZ e ZTL (anche con cargo bike), prevedere lo sviluppo di un sistema di bike sharing con biciclette a pedalata assistita, adottare misure per agevolare la circolazione dei veicoli elettrici leggeri o la realizzazione di norme ad hoc per agevolare la navigazione con mezzi elettrici.
LA-CARTA-DI-EMOB-1 by emiliano ragoni on Scribd